Capiamoci

Non ho festeggiato. Niente. Se non il minimo sindacale.

Il mio abito da sera è stata la tuta, con sotto la camicia da notte. La mia giarrettiera rossa erano i gambaletti antistupro di microfibra per tenere caldi i piedi. I miei sandali stile Sex and the City un paio di ciabatte della De Fonseca piuttosto sformate.

“Ma non si può non festeggiare i 40 anni!” Ohgià che si può. Ed eccolo dimostrato. Poi, dico, perché BISOGNA farlo? Non ne ho nessuna intenzione. Fossi stata al caldo, ai miei 40 gradi, forse sarei andata in giro col naso all’insù o forse no. Ma così, perché BISOGNA farlo?

Il Capodanno è passato più in sordina. O si è sparsa la voce che sono un orso, oppure le follie degli ultimi anni, con invii massivi di sms tutti uguali e tutti altrettanto noiosi (o fastidiosi) hanno smesso di ripetersi, a danno SOLO dei gestori telefonici.

Non l’ho fatto con piacere, di starmene in casa a crogiolarmi in tuta. Ma non avrei nemmeno fatto con piacere l’essere obbligata a divertirmi.

Certo, avrei voluto POTERMI divertire, ma troppe sono le condizioni che non me lo consentono. E quindi è andata così

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parole che non volino solo nella mente
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